I Rossi erano considerati da tutti dei genitori modello. “E lo credo bene!” pensavano tra loro quando venivano a sapere con una certa soddisfazione della nomea che avevano tra gli altri genitori del quartiere.
“Con tutto quello che leggiamo!” si dicevano i Rossi.
In effetti i Rossi, da quando era nato il loro Luigi, avevano letto veramente di tutto. Non c’era in tutta la biblioteca del paese un solo libro riguardante maternità, paternità, infanzia, pre-adolescenza e adolescenza (sì, Luigi ha solo 5 anni ma i Rossi sono gente che ama portarsi avanti) che non avessero avidamente letto. Non leggevano così, tanto per fare, o per accumulare libri sul comodino. No no, leggevano con minuziosa attenzione, sottolineavano, evidenziavano e ricercavano qualsiasi cosa parlasse di come essere dei bravi genitori.
Bisogna ammettere che il loro Luigi era un bimbo meraviglioso. Era curioso, perlopiù sorridente ed era la gioia di tutte le maestre dell’asilo. “E lo credo bene” pensava mamma Rossi quando andava a prenderlo a scuola e riceveva i loro complimenti, “con tutto quello che leggiamo!”.
Un giorno però accadde qualcosa di strano. In modo imprevedibile, senza che fosse annunciato in nessuno dei libri che i Rossi avevano letto, Luigi smise di dormire.
Mi spiego meglio. La prima notte in bianco di Luigi mamma e papà Rossi non erano particolarmente allarmati. “Con tutto quello che leggiamo!” mi direbbero loro, lo sapevano che può capitare. Neanche alla seconda notte di fila completamente in bianco si erano allarmati. Erano stanchi quello sì, ma non allarmati. Papà Rossi citò a cena alla moglie un capitolo di un manuale da lui definito “illuminante” che parlava proprio del sonno dei bambini dell’età di Luigi. Due notti è normale, diceva il libro. Se lo diceva il libro era sicuramente normale.
Alla quinta notte di fila in cui il povero Luigi non riuscì assolutamente a prendere sonno i Rossi iniziarono ad essere un po’ più che stanchi… erano sfiniti. Non sapevano se era per la stanchezza o meno ma iniziarono anche ad avere difficoltà a trovare rassicurazioni nei loro numerosi tomi.
All’ottava notte consecutiva senza dormire erano ormai entrambi completamente fuori di sé. I libri non gli davano più nessun conforto, nulla dava loro conforto, volevano solo che Luigi (e quindi anche loro) ricominciasse a dormire. Non riuscivano più a pensare a nient’altro.
Dopo l’ultima infruttuosa consultazione in biblioteca e l’ultima tremenda notte in bianco, decisero di rivolgersi a un esperto. Erano numerosi gli esperti di bambini nella loro città, molti dei quali per di più erano autori dei manuali preferiti dei Rossi. É quindi con una certa fiducia che si rivolsero a uno di essi.
Dopo averli ascoltati, l’esperto emise il suo verdetto: “nulla di più semplice!” esclamò, “quello di Luigi è un classico caso di bambino affetto da iper-agitazione”. “Ah sì?” domandarono i Rossi, sollevati che l’esperto desse un nome al loro problema, “E cosa dobbiamo fare? La prego ci dia una risposta!”. “È facile, fategli fare almeno un’ora di sport tutti i pomeriggi e non dategli mai del cioccolato alla sera, sicuramente così risolverete il problema”.
I Rossi corsero a casa e iscrissero immediatamente Luigi a un corso di tennis, ma anche a uno di mini-basket, a uno di calcio e uno di judo, perché quando i Rossi fanno qualcosa lo fanno per benino.
Con crescente sconforto dei Rossi, Luigi tuttavia continuò a non dormire.
I Rossi, insieme alle violacee borse sotto gli occhi che li accompagnavano ormai da settimane, si rivolsero a un secondo esperto. Era l’autore di “Genitori al top” che i Rossi avevano divorato l’anno prima, doveva essere uno di cui ci si può fidare.
Anche il secondo esperto li ascoltò attentamente per un’ora buona e poi emise il suo verdetto: “nulla di più semplice!” esclamò, “quello di Luigi è un classico caso di bambino affetto da iper-insonnia”. “Toh, un altra cosa in iper” pensò papà Rossi, pur con la mente piuttosto annebbiata dalla mancanza di sonno. “Sì ma ci dica signor esperto” incalzò mamma Rossi “che cosa dobbiamo fare? Ci dia una risposta!”. “É facile” rispose l’esperto mentre scribacchiava su un foglio, “dategli sempre questa tisana prima di metterlo a letto e sicuramente così risolverete il problema”. Mamma Rossi afferrò con foga il foglietto con il nome della tisana e si precipitò a comprarne una decina di confezioni.
Purtroppo ahimè, nemmeno la tisana dell’esperto di “Genitori al top” funzionò e Luigi continuava a non dormire.
Esasperati, i Rossi si rivolsero ad un terzo esperto, che avevano avuto modo di apprezzare nel suo “Il perfetto manuale per il bravo genitore di domani”. L’esperto li ascoltò e, ormai come i Rossi si aspettavano facesse, esclamò: “nulla di più semplice! Quello di Luigi è un classico caso di bambino affetto da iper-sensibilità”. “Oh no un‘altra cosa in iper!” pensò sconsolato papà Rossi e, precedendo di poco sua moglie, domandò comunque con tono speranzoso: “signor esperto, che cosa dobbiamo fare? La prego, la supplico, ci dia una risposta!”. “State tranquilli, è facile” rispose l’esperto, “leggetegli sempre una storia della buonanotte ogni sera e non lasciategli tenere mai la luce accesa, sicuramente così risolverete il problema”.
I Rossi corsero a casa e cercarono il libro delle fiabe nella cameretta di Luigi. Nessuna delle fiabe presenti però sembrava in grado di far addormentare il bambino. Il mattino successivo i Rossi si recarono allora in biblioteca – ah la loro amata biblioteca – per cercare qualche altro libro da tentare. Per quanto conoscessero a menadito la sezione dei manuali, si sentirono un po’ impacciati in quella dei libri per bambini e quindi si rivolsero all’anziano bibliotecario. Il bibliotecario aveva visto i Rossi talmente tante volte aggirarsi tra i corridoi della sezione manuali o domandargli dove si trovasse l’ultimo libro per genitori arrivato, che gli pareva di conoscerli da sempre. Per questo era così colpito dal vederli trascinarsi con gli occhi spenti verso di lui. “Buongiorno miei cari signori Rossi, ma che cosa vi è capitato? Vi sentite poco bene?” gli domandò preoccupato.
“Oh signor bibliotecario siamo distrutti!” rispose mamma Rossi lasciandosi sprofondare nella poltroncina più vicina. Anche papà Rossi emise un lungo sospiro e si lasciò cadere nella poltroncina accanto, iniziando a raccontare al bibliotecario delle loro disavventure. I Rossi gli parlarono delle notti in bianco, degli esperti che avevano incontrato senza risultato, delle loro diagnosi e delle loro prescrizioni. “Eppure tutti e tre ci hanno detto che è un caso semplice – nulla di più semplice hanno proprio detto – che, anzi, è un caso addirittura classico e che le loro soluzioni avrebbero sicuramente risolto il problema” disse con sincero smarrimento mamma Rossi. “Sì e poi con quelle loro diagnosi in iper mi sono sembrati tutti e tre così sicuri” aggiunse papà Rossi.
“Ohi ohi ohi” disse il bibliotecario scuotendo la testa nel sentire il racconto dei Rossi “ma che facile e che classico? Non c’è proprio un bel niente di classico o di facile nei bambini… non esiste il bambino iper-così o iper-cosà, esiste il vostro di bambino… e poi quei sempre, quei mai… con i bambini non può esserci mai un sempre e non può esserci sempre un mai”. I Rossi sgranarono gli occhi ascoltando il bibliotecario, da cui in tutta onestà si sarebbero attesi solo consigli libreschi. Si guardarono attoniti l’un l’altro e poi a entrambi uscì un: “signor bibliotecario ma quindi… che cosa dobbiamo fare?”.
“Ah ma io non lo so di certo, sono solo un vecchio bibliotecario e neanche voi o tantomeno Luigi o quegli esperti dei vostri manuali…. nessuno lo sa. A volte funzionerà una tisana, a volte una bella storia della buonanotte, a volte un pomeriggio passato a correre giocare nel parco… a volte invece non funzionerà niente di tutto ciò e bisognerà aspettare, farsi un po’ di forza insieme, darsi una coccola o un abbraccio e stare a vedere che succede. Ed ora scusatemi ma devo andare a riordinare i nuovi arrivi”.
Mamma e papà Rossi restarono qualche minuto ancora sulle poltroncine, stanchi, confusi e con in testa lo strano discorso del bibliotecario. Proprio strano… eppure, stranamente, mentre rientravano a casa si sentivano un po’ meno preoccupati.
Quel pomeriggio niente sport e quella sera niente tisana, anzi, siccome ne avevano voglia anche loro, si mangiarono tutti e tre anche un po’ di cioccolata, ignorando il veto del primo esperto. Eppure, nonostante la cioccolata, quella notte Luigi dormì come un sasso.
Forse, si dissero, sarebbero tornati a parlare con il bibliotecario, perché in qualche modo aveva ragione: con i bambini non ci può essere mai un sempre e non può esserci sempre un mai, non c’è nulla di facile e sicuramente niente di classico, però “c’è il nostro Luigi, che è di gran lunga meglio… (specie quando la notte dorme!)”.