La famiglia Ieri e la famiglia Domani erano vicine di casa da sempre.

Entrambe erano famiglie piuttosto numerose. Le loro due case, distanti pochi metri l’una dall’altra, erano entrambe molto grandi. Nonostante la vicinanza tuttavia, non avrebbero potuto sembrare più diverse, tant’è che i passanti restavano sempre disorientati quando le vedevano: “sembrano appartenere a due paesi stranieri!” si dicevano.

La casa della famiglia Ieri era interamente in pietra, buona parte della quale ricoperta di piante rampicanti che si erano arrampicate fin lì non si sa quando e che nessuno degli Ieri aveva mai pensato di scomodare. Il giardino era pieno pieno, zeppo zeppo di vecchi giochi lasciati man mano dai piccoli della famiglia: cavalli a dondolo, palloni, corde per saltare, scivoli di ogni forma e dimensione, altalene… insomma, più che un giardino poteva sembrare un museo del gioco all’aperto! All’interno della casa poi, la sensazione di essere in un grande museo continuava: souvenir di vecchissimi viaggi, cimeli di famiglia, foto in ogni formato possibile, oggetti dall’uso dimenticato talvolta anche dagli stessi membri della famiglia Ieri, come una pesantissima macchina da scrivere appartenuta al bisnonno del nonno, tale PierGiacomo Ieri.

Praticamente nulla infatti veniva buttato, perché la famiglia Ieri sapeva quanto fosse importante conservare i ricordi.

Proprio lì accanto, ecco la casa della famiglia Domani. Si trattava di una casa rivestita da un materiale stranissimo, solido come cemento ma all’apparenza trasparente e leggero come un sottilissimo strato di vetro soffiato. Nessunissima pianta riusciva ad arrampicarvisi sopra e i Domani ne erano ben contenti. Le piante da loro infatti si trovavano in una porzione dedicata del giardino, sotto una speciale serra impiantata da uno dei nipoti dei Domani, tale PierLuca Domani, che grazie a qualche specialissimo ritrovato tecnologico riusciva a far crescere fianco a fianco maracuja e patate, piccole palme da cocco e stelle alpine. All’interno della casa sembrava di essere immersi in un enorme specchio: pochissimi gli oggetti infatti, ma moltissime le pareti riflettenti e gli schermi dei vari apparecchietti tecnologici che aiutavano la famiglia Domani a gestire la loro abitazione ed i loro impegni. Quasi niente che fosse di possibile ingombro veniva conservato in casa.

Tutto (foto, disegni, libri…) veniva archiviato in impercettibili hard disk, perché la famiglia Domani sapeva quanto fosse importante conservare i ricordi, ma anche quanto fosse più importante non avere suppellettili da spolverare.

Non solo le loro case erano molto diverse, anche le abitudini ed i ritmi di vita della famiglia Ieri e della famiglia Domani apparivano come diametralmente opposti.

A casa della famiglia Ieri tutto si svolgeva secondo le indicazioni dei più grandi, le attività si facevano “come ai nostri tempi”, si giocava tanto all’aria aperta, si programmavano impegni e vacanze poco per volta, si passava molto tempo tutti insieme, anche se questo a volte creava qualche tensione e litigio.

A casa della famiglia Domani tutti sembravano andare sempre un po’ di corsa, i tanti impegni venivano scanditi dai “bip” delle varie applicazioni e strumentazioni, che peraltro a fine giornata fungevano anche da giochi, per i piccoli, e intrattenimento per i più grandi. Ogni membro della famiglia infatti, a seconda della sua età, aveva un apparecchio tecnologico diverso. Così, anche quando passavano il tempo insieme, ognuno conservava un proprio spazio personale, il che a volte evitava anche qualche litigio. Questi apparecchi poi cambiavano spesso, talmente velocemente che gli Ieri, quando osservavano i loro vicini, non riuscivano a stare al passo dei nuovi bizzarri ritrovati che i Domani utilizzavano.

Quando due famiglie tanto diverse abitano l’una di fianco all’altra, potete ben immaginare che si crea quantomeno qualche attrito… così tra la famiglia Ieri e la famiglia Domani i battibecchi erano più o meno all’ordine del giorno.

I Domani ad esempio si erano abituati ai brontolii degli Ieri ogni qualvolta uno dei loro apparecchi emetteva dei “bip” un po’ più frequenti del solito.

“Ma basta con questo baccano!” gridava dalla finestra qualcuno degli Ieri quando il rumore lo infastidiva.

“Ai nostri tempi non c’era mica bisogno dei vostri apparecchi e apparecchietti per giocare o parlare con gli altri!” esclamava talvolta papà Ieri quando sul vialetto di fronte a casa uno dei piccoli di casa Domani finiva per andare a sbattergli contro, talmente era preso dallo schermo del gioco elettronico del momento.

Dal canto loro anche i Domani nutrivano non pochi risentimenti nei confronti dei vicini.

“Ma basta con questo baccano!” capitava che qualcuno dei Domani gridasse dalla finestra quando le infinite cene di famiglia degli Ieri sfociavano in discussioni rumorose che andavano avanti fino alle ore piccole.

“Ai nostri tempi non c’è mica bisogno di essere così invadenti per giocare o parlare con gli altri!” esclamava talvolta il signor Domani, quando gli arrivava l’ennesima pallonata addosso dal giardino dei vicini, mal lanciata da qualcuno dei piccoli Ieri.

C’è da dire che, anche se loro non lo ammetterebbero mai, in alcuni momenti sia la famiglia Ieri sia la famiglia Domani osservavano certe abitudini dei vicini con un misto di invidia ed ammirazione. La signora Ieri ad esempio restava affascinata quando vedeva che in casa Domani la spesa arrivava quasi in modo magico, ordinata tramite uno di quei loro odiosi apparecchietti elettronici… lei odiava il momento di andare al supermercato e se lo sarebbe risparmiato volentieri. Uno dei figli degli Ieri invece guardava a volte sognante in classe gli strumenti grazie a cui i suoi coetanei di casa Domani scrivevano veloci come il vento, mentre lui aveva i crampi da quanto gli faceva male scrivere a mano… che era una delle attività che più odiava al mondo! E poi che ricerche complete e accurate che facevano, sempre grazie a quei loro apparecchietti. La maestra infatti dava ai figli degli Ieri sempre degli ottimi voti, mentre lui, sui pesanti tomi delle enciclopedie di casa non trovava mai quello che gli serviva davvero.

La signora Domani ogni tanto osservava affascinantissima dalla finestra del salotto i figli degli Ieri aiutare ad apparecchiare la tavola, mentre i suoi erano tutti presi dai loro apparecchietti nelle loro camerette e chiamarli per cena era sempre un compito lungo ed estenuante. Ai bambini di casa Domani invece capitava di ascoltare con stupore le fortissime risate che uscivano dai bambini di casa Ieri, quando questi giocavano tutti insieme a degli strani giochi con la palla nel giardino. Davanti ai loro schermi, pensavano, loro non ricordavano di aver riso mai così tanto.

Come dicevo però, ne gli Ieri né i Domani avrebbero mai ammesso a voce alta di ammirare una qualsiasi cosa che provenisse dalla casa dei vicini.

A voce alta c’era solo un continuo di borbottii, di sbuffi e di “ai nostri tempi…”.

Un giorno d’estate scoppiò un litigio accesissimo tra le due famiglie. Il signor Domani aveva l’emicrania e non sopportava più il rumore incessante del cigolio dell’altalena dei vicini. Anche il signor Ieri non era particolarmente in forma e aveva passato una notte insonne, per cui quando iniziò a sentire i “bip” “bip” e “bam” “bam” del videogioco a cui stavano giocando i figli dei vicini era già molto molto nervoso. Quando si vide arrivare alla porta il signor Domani determinatissimo a chiedergli di far smettere i suoi bambini di andare in altalena, si sentì inondato di rabbia e tra i due iniziò una discussione che sembrava destinata a peggiorare sempre più. Sentendoli gridare, accorsero anche le rispettive mogli ed i rispettivi figli e, nonostante l’intento iniziale fosse di calmare i due papà, finirono per “aproffittare” dell’inconsueto ritrovo per dar voce a tutte quelle recriminazioni che in quei lunghi anni di vicinanza si erano borbottati gli uni con gli altri.

Proprio nel mezzo di quel rumoroso parapiglia, si trovò a passare dal vialetto il papà della famiglia che abitava giusto di fronte alle famiglie Ieri e Domani.

Si trattava del papà della famiglia Oggi.

Il signor Oggi li osservò e, per capire che diamine stesse succedendo, si mise in ascolto, anche se non era facile sentire davvero qualcosa in quel caos di grida:

“I vostri apparecchietti ci hanno stufato! Ai nostri tempi non si usavano!”

“Ma ci fanno compagnia e ci servono per stare bene grazie a tutte le loro funzioni!”

“Questi vostri vecchi giochi rumorosi e cigolanti ci hanno stufato! Ai nostri tempi si può usare altro!”

“Ma ci servono per stare bene e stare in compagnia!”

“Ai nostri tempi si faceva così!” “Ai nostri tempi ci va di fare cosà!”

A furia di “ai nostri tempi” lanciati da una famiglia all’altra, il signor Oggi decise che era il momento di intervenire: “ehiii!” disse con voce forte.

Gli Ieri e i Domani si girarono stupiti verso il vicino, che, ottenuta la loro attenzione, proseguì:

“ma lo sapete che state parlando delle stesse cose? Parlate di compagnia, di stare bene… però ne parlate in modo così diverso che non riuscite a sentirvi, e finite per non stare né bene né in compagnia!”.

Capì che aveva colpito nel segno vedendoli guardarsi tutti insistentemente i piedi, in evidente imbarazzo per le grida di poco prima. Il signor Oggi continuò: “Su su, dai venite, io, che sono solo un Oggi, non so granché del mondo degli Ieri né di quello dei Domani, ma so che per passare un buon oggi ho bisogno di tutti e due…

Forza venite, andiamo a passare questo oggi insieme!”.

Così gli Ieri, gli Oggi e i Domani se ne andarono insieme a fare una piccola gita.

Per trovare un posto che potesse piacere a tutti utilizzarono gli apparecchietti dei Domani, invece per trovare i giochi più divertenti da fare usarono i ricordi degli Ieri.

Alla fine si ritrovarono proprio ad ammetterlo tutti:

“che bell’oggi che è stato!”.

L’illustrazione è di ille_illustration