La città di Alòn, nel paese Nolatòn, è sempre stata una città piuttosto anonima, non se ne era mai sentito parlare granché in giro. Nolatòn non era certo uno tra i paesi più fortunati, capitava di frequente che accadesse qualche piccola o grande disgrazia che finiva sui telegiornali di tutto il mondo. La città di Alòn tuttavia non era mai stata sotto nessun riflettore, fino a quell’incredibile giorno…
Un giorno come tanti, gli abitanti di Alòn si svegliarono, aprirono tende e tapparelle e si accorsero con sgomento che: il cielo era diventato viola.
Non era quel viola che può preannunciare tempesta o qualche altro evento metereologico. Il cielo era proprio diventato viola. Sul resto del paese era azzurro come sempre, ma Alòn era tutto completamente viola. Inizialmente gli abitanti si preoccuparono un po’, ma non ci diedero molto peso, “sarà qualche nube intergalattica… passerà tra poco” si dicevano.
Eppure, il cielo viola restava.
Con il passare dei giorni gli abitanti si resero conto che il viola poteva essere un bel problema. Le piante e le varie coltivazioni infatti non erano certo abituate a quella strana luce violacea e iniziarono ad appassire. Anche gli stessi abitanti non erano abituati alla mancanza dell’abituale azzurro e qualcuno iniziò ad ammalarsi. Per non parlare poi dell’umore: vi immaginate vivere sotto un perpetuo cielo viola? Nell’arco di una settimana aumentarono i litigi, i momenti di tristezza, quelli di rabbia… Ad Alòn era chiaro che il cielo viola stava portando solo rogne, eppure non accennava ad andarsene, anzi sembrava diventare ancor più viola ogni giorno.
Gli abitanti delle città vicine guardavano con un certo sospetto al cielo della città di Alòn, pensando però che da loro non sarebbe mai successo: “ad Alòn non è mai successo niente, è normale che gli sia capitata almeno questa sfortuna. Noi abbiamo già le nostre grane, non capiterà anche questa”. Invece, purtroppo, in breve tempo il cielo viola si estese anche alle città di Tanò, di Nolà, di Antòl…. In breve tempo tutto il paese di Nolatòn aveva il cielo completamente viola e, con esso, tutti i disagi che ne derivavano.
La situazione era molto difficile, senza le coltivazioni il cibo fresco iniziava a scarseggiare, in molti si ammalavano e in tantissimi erano costantemente di pessimo umore. Gli scienziati rassicuravano tutti dicendo che il cielo viola a un certo punto se ne sarebbe andato, ma non sapevano dire quando. Lavoravano alla ricerca di fantasiose soluzioni, ma ci sarebbe voluto molto tempo per metterle in atto, e tutti speravano che il cielo viola se ne sarebbe andato prima.
I paesi confinanti con quello di Nolatòn guardavano anch’essi sospettosi la situazione, come avevano inizialmente fatto le città vicine ad Alòn, pensando che quella doveva essere proprio una cosa da Nolatòn, a cui capitava sempre qualche sfortuna, a loro non sarebbe accaduto si dicevano. I paesi ancor più lontani di quelli confinanti poi, prendevano apertamente in giro quella bizzarra condizione di cielo viola:
“certo che questa cosa poteva capitare proprio solo a Nolatòn… sono così strani quelli lì!”
“e così sporchi! avranno sicuramente spedito nel cielo qualche schifezza che gli si è riversata contro!”
“da noi una cosa così non potrebbe succedere mai!”.
D’altronde noi umani siamo abituati così, quello che è lontano, lo critichiamo oppure lo ammiriamo o ci scherziamo, ma difficilmente lo capiamo.
La natura non segue però i ragionamenti di noi umani e con il passare delle settimane il cielo viola arrivò dapprima nei paesi vicini e poi anche in quelli vicini dei paesi vicini, fino ad arrivare anche nei paesi che a Nolatòn non erano vicini proprio per niente. Pensate che il cielo viola era arrivato anche in quei paesi dove mai e poi mai era accaduto nulla di particolarmente sfortunato. Quei paesi, un po’ come i nostri, dove la vita scorre da sempre tranquilla e dove i problemi di solito sono la scelta del ristorante per la sera o la fine di una serie tv a cui si è particolarmente affezionati. L’arrivo del cielo viola e le difficoltà che esso portava con sé però non li risparmiò e colse i loro abitanti molto impreparati.
D’altronde chi può essere preparato all’arrivo di un cielo viola che non se ne va?
Nella città di Alòn, dove ormai il cielo viola era arrivato da qualche mese, si iniziava intanto a intravedere un po’ di azzurro. Come gli scienziati avevano detto, il cielo sarebbe per forza tornato al suo colore normale, anche se non si sapeva proprio quando. Quello che accadeva ad Alòn era senz’altro un segnale di speranza, perché voleva dire che il cielo sarebbe tornato azzurro pian piano in tutto il paese di Nolatòn e poi anche in quelli vicini e in quelli vicini a quelli vicini, fino a quelli che vicini a Nolatòn non erano per niente.
Tuttavia gli altri paesi erano ormai tutti talmente immersi nel viola e nei disastri che esso causava, al punto di dimenticarsi di Nolatòn, che era così lontano.
Inoltre, invece di sentirsi accomunati da quel viola che toccava ormai tutti indistintamente, quel viola che non faceva crescere più nulla e che faceva ammalare le persone, ogni paese si sentiva in pericolo per conto suo, perché ognuno sentiva quel suo cielo come suo soltanto e i disastri che causava come soltanto suoi.
Da Alòn, ormai tornata quasi del tutto sotto l’azzurro, qualcuno ebbe un’idea. Come il cielo viola li aveva toccati tutti, se pur con ritmi diversi, sarebbe bello se anche loro potessero toccare il cielo allo stesso modo. In città si organizzarono quindi per fare un lancio di palloncini azzurri, coordinandosi perché il lancio venisse fatto da tutti lo stesso giorno, alla stessa ora.
Quando si diffuse la voce del lancio di palloncini, immediatamente le città vicine aderirono entusiaste e così le città vicine di quelle vicine, fino a prendere tutta Nolatòn e i paesi vicini e quelli vicini dei vicini e via dicendo… anche in tutti quei paesi in cui il cielo era ancora vividamente viola.
La voce si sparse veloce come un lampo, molto più rapida di quella che inizialmente parlava del bizzarro cielo viola di Alòn.
Al giorno stabilito, in tutti i paesi, lontani e vicini, i palloncini azzurri riempirono il cielo, che fu, questa volta davvero per tutti, tanto tanto azzurro. Anche se solo per qualche attimo, a chiunque guardasse verso l’alto fu chiaro che è vero che ci sono cose bizzarre come i cieli viola o paurose come i virus che si diffondono pian piano da un luogo all’altro, non importa dove prima e dove dopo, ma le cose belle possono volare ancora più veloce e ancora più in alto, come una valanga di palloncini azzurri lanciati verso lo stesso immenso cielo.