Serena la sirena non si sentiva serena proprio per niente.

“Che ironia che i miei mi abbiano chiamato così eh…” si diceva lei mentre molto poco serenamente nuotava tra i meandri regno delle sirene. Era sempre inquieta, nervosa, triste.

“Perché? Che problema aveva?” domanderete voi. 

“Eh è una buona domanda, che problema ho?” sono certa vi risponderebbe Serena. 

Serena non sapeva scegliere. 

“Tutto qui? Eh dai ci son problemi peggiori” direte voi.

No no, forse non mi sono spiegata bene. Serena non sapeva scegliere niente. Niente di niente. Fin da quando era una sirenettina in fasce di alga.

“Andiamo alla ricerca di conchiglie o a raccogliere gamberetti?” le chiedevano le sue amiche. “Non lo so” rispondeva Serena bloccata come un guscio di ostrica dalla possibilità di decidere di fare una cosa invece di un’altra.

“É meglio che metta una molletta per fermare i capelli oppure dovrei fare la coda?” si domandava davanti allo specchio senza riuscire a darsi nessuna risposta e restando persa nel suo dubbio per diverse ore… fino a quando la non-scelta successiva non l’avrebbe distratta, mettendola di fronte a un nuovo dubbio irrisolvibile, come quello di rispondere alla mamma se volesse la pasta allo scoglio o la zuppa di plancton.

Ogni scelta per Serena si declinava in una lunghissima serie di rischi o vantaggi persi. Per questo per lei era impossibile decidere di fare qualsiasi cosa, perché avrebbe voluto dire non fare un’altra cosa, senza sapere quale delle due sarebbe stata più vantaggiosa o meno rischiosa… “ma come fanno gli altri a scegliere??” si domandava esasperata in alcuni momenti. 

I suoi genitori le raccontavano che, quando era più piccola, anche per la scelta di quale gusto di gelato marino prendere poteva scatenarsi una attesa snervante ed infinita. Non che le cose fossero cambiate di molto crescendo.

I genitori di Serena erano invece dei tipi decisamente molto decisi, in tutto quello che facevano. La mamma era considerata da tutto il regno una che sapeva sempre quello che voleva e che sapeva sempre come affrontare ogni situazione… a Serena sembrava che l’unica cosa che l’avesse mai lasciata senza risposte fosse proprio il problema di sua figlia.

Il papà generalmente seguiva quanto faceva, diceva o sceglieva la moglie e così si toglieva da ogni dubbio. Anche per lui comunque, le difficoltà di Serena erano misteriose. 

Per cercare di aiutare la figlia, nell’esasperazione delle sue non-scelte, i suoi genitori finivano per scegliere per lei: dalla scelta dei peluche a quella delle scuole… “altrimenti non ne usciamo più!” si dicevano. 

Serena tutto sommato era sollevata che fossero loro a scegliere per lei, altrimenti, era convinta, non sarebbe mai riuscita a fare nulla. Che sollievo era il non dover pensare se le sue scelte fossero buone o cattive! Se erano i suoi genitori a prenderle, alla peggio sarebbe stato affar loro. Tuttavia, crescendo, si sentiva sempre più inquieta. Finché era una sirenettina in fasce di alga le pareva normale che fossero loro a indicarle cosa fare. Adesso però era una sirena grandicella e non sempre quello che mamma e papà sceglievano per lei la rendeva contenta.

Il suo non-scegliere poi non esasperava solo lei ed i suoi genitori, ma anche le sue amiche, che avevano sempre meno voglia di stare in sua compagnia. Vi sfido a passare una serata con una sirena che non riesce neanche a dire al cameriere cosa vorrebbe da mangiare!

Serena così si sentiva sempre più triste e, consapevole del suo problema, iniziò ad evitare il più possibile qualsiasi uscita di gruppo. Si sentiva diversa dalle altre, ma se gli avessero chiesto in che cosa si sentisse diversa, non avrebbe saputo dirlo. Sapeva solo che era Serena, la sirena non serena.

Un giorno, mentre nuotava senza meta (sceglierne una sarebbe stato impossibile), si sedette a riposarsi su uno scoglio. 

“Ahi!”

Serena fece un sobbalzo nel sentire quel rumore inaspettato. Alzandosi, si accorse che si era seduta su una cozza. “Oh scusami! Non volevo farti del male!” si affrettò a dire.

“Figurati, nessun problema, mi succede spesso…” rispose la cozza, e aggiunse “wow, ma come sei bella! Non avevo mai incontrato una sirena prima d’ora!”. “Davvero?” chiese Serena arrossendo per il complimento inaspettato. “Beh sappi però che ti è andata un po’ male, non sono proprio una sirena come le altre…” si affrettò a spiegare alla cozza.

“Ah sì? A me sembri proprio una sirena invece! Ti prego, portami un po’ in giro con te… è una tale noia la mia vita da cozza, mi renderebbe felicissimo poter passare una giornata nel mondo delle sirene!”.

Serena ci pensò su e si lasciò presto convincere, però, le venne da domandare “che cosa vorresti vedere?”. “Non saprei… scegli tu, tuo il regno, tua la scelta!” rispose la cozza.

“Oh no no! Devi sapere che io non so scegliere, niente”.

“Allora non scegliere, ma nuota”.

Serena un po’ perplessa iniziò a nuotare e la cozza la seguì attaccandosi alla sua coda… sapete come sono le cozze… quando si attaccano da qualche parte, chi le stacca più!

Serena nuotò in lungo e in largo per il suo regno, come faceva abitualmente, passando  per i suoi posti preferiti come la grotta delle stelle marine e la radura dei coralli

Volendo rendere felice la sua cozza, nuotò anche in posti che conosceva meno e finì per scoprire anche luoghi nuovi, come la foresta di alghe spiruline.

Alla fine della giornata la cozza la ringraziò entusiasta e le chiese se potesse portarla in giro per il regno delle sirene anche il giorno successivo.

Serena, stupita dell’entusiasmo della cozza, accettò e così si portò la cozza attaccata alla sua coda per tutta la settimana, visitando insieme a lei posti noti e altri sconosciuti.

“È stata la settimana più bella di sempre!” le disse felice la cozza. “Hai scelto proprio dei bei posti da farmi vedere… mi sono piaciuti moltissimo!”

“Ma… io… non ho scelto niente” rispose confusa Serena “ho solo nuotato”

“Infatti!” le rispose la cozza, “hai nuotato e così hai scelto”.

Serena la guardò ancora più confusa: “temo di non averti capito… che cosa intendi dire?”.

“Intendo dire, mia bella sirena, che per nuotare bisogna scegliere e che per scegliere bisogna nuotare”.

Serena continuava a non capire, sapeva che le cozze sono un po’ enigmatiche ma questa le batteva tutte… “per nuotare bisogna scegliere e per scegliere bisogna nuotare… mi dispiace cozza ma proprio non riesco a seguirti, che cosa vorrebbe dire? Io so nuotare ma non so scegliere… per scegliere bisogna essere molto bravi e decisi, come i miei genitori!”.

La cozza sapeva che le sirene sono un po’ dure di comprendonio ma Serena sembrava batterle tutte! Si armò comunque di pazienza e cerò di spiegarsi meglio:

“Ahi ahi ahi, certo che a voi sirene vi insegnano delle cose ben strane. Non si tratta di essere bravi o meno né tantomeno decisi o meno… non si può scegliere o decidere nulla senza nuotarci prima un po’ intorno… non siamo mica dei plancton che, poverini, possono solo andare dove li trascina la corrente! In questa settimana tu mi hai portato in giro nuotando verso i tuoi posti preferiti, cioè i posti che hai scelto perché li hai conosciuti e ti sono piaciuti e poi, sempre nuotando, hai scoperto insieme a me anche altri luoghi… alcuni ti sono piaciuti e probabilmente ci tornerai e li sceglierai nuovamente: per nuotare bisogna scegliere e per scegliere bisogna nuotare!”.

Serena iniziava a capire. Le decise decisioni dei suoi genitori le erano sempre sembrate così certe e sicure, eppure, ora capiva, anche loro non potevano che prenderle nuotando in giro, perché non si può scegliere nulla se non gli si nuota un po’ intorno… certo i suoi genitori avevano nuotato un po’ più di lei e da più tempo, per questo gli veniva più facile, ora lo capiva… Che fortuna avere incontrato nuotando la cozza, pensò! 

Serena ringraziò la sua nuova e saggia amica, la salutò promettendo di tornare prestissimo a trovarla, si fece rapidamente la coda – con l’elastico… senza pensarci! – e riprese a nuotare, a scoprire il mondo e, finalmente poteva ben dirlo, a scegliere.

L’illustrazione è di ille_illustration