Dafne era una coniglietta dal pelo morbido e bianco, che era nata in un periodo un po’ particolare. Qualche giorno prima della sua nascita, una delle sue sorelle aveva avuto un incidente, una brutta caduta durante un salto, mentre scappava veloce dall’agguato di una volpe. Dal giorno dell’incidente non riusciva più a saltare né a zampettare come prima. Doveva essere aiutata per fare ogni cosa. La sua mamma si era spaventata moltissimo e da quel giorno, quasi come per un’oscura magia, neanche lei riusciva più a muoversi un granché. 

Quando Dafne nacque, sapeva poco di tutto questo, essendo solo una cucciolina. Sapeva che a sua sorella era capitato qualcosa di brutto, ma nulla di più. Le pareva normale che anche la sua mamma stesse perlopiù immobile nella sua tana: quello che accade nelle proprie tane è sempre normalità per chi le abita! 

Quando fu il suo momento di scoprire il mondo, Dafne imitò quello che aveva conosciuto, come tutti i conigli. Si muoveva cauta, senza saltare, ma zampettando pian pianino qua e là. Osservando gli altri conigli della sua colonia, si accorgeva che gli altri si muovevano in un modo che le sembrava molto diverso dal suo. Correvano, saltavano non appena potevano, senza nessuna ragione, le pareva, se non quella di sfoggiare le loro abilità.

Dafne sapeva di essere considerata la più lenta di tutta la colonia, lo vedeva nei loro sguardi. Quando qualcuno le rivolgeva la parola, non importa per quale ragione, Dafne pensava subito che volessero rimproverarla per quel suo muoversi diverso, e lei di rimproveri non aveva proprio voglia di starne a sentire! Lo faceva ben capire allontanandosi quanto prima da chiunque le dicesse qualcosa.

Mentre Dafne cresceva, anche la sua colonia cresceva rapidamente, al punto che venne chiesto ad alcuni tra i conigli più giovani di trasferirsi altrove, perché lo spazio iniziava a scarseggiare. Dafne, pur con qualche timore, decise che quella di andare via poteva essere una buona decisione, così non avrebbe più dovuto sorbirsi gli sguardi degli altri, secondo i quali, ne era convinta, lei era solo una scansafatiche che non sapeva nemmeno saltare. Forse, cambiando colonia, avrebbe finalmente trovato dei conigli che le assomigliassero.

Così Dafne si trasferì in una nuova colonia a qualche chilometro di distanza. Con suo grande dispiacere, si accorse subito che i conigli, anche nella nuova colonia, erano come quelli della vecchia, si assomigliavano, ma non assomigliavano a lei. Anche lì sentì che, pur senza dirle niente, la giudicavano come una diversa, che neanche era capace di saltare.

Eppure qualcosa di diverso in quella nuova colonia accadde. Ogni settimana il capo-coniglio convocava tutti per distribuire i vari compiti. Anche Dafne quindi dovette partecipare alla convocazione e fu con enorme stupore che sentì chiamare il suo nome tra i conigli scelti come addetti al trasporto delle carote. Quello era il compito più difficile e faticoso di tutti! Normalmente veniva assegnato solo ai conigli più forti e più esperti. Sicuramente, pensò, il capo-coniglio non conoscendola bene aveva fatto uno sbaglio.

Non ci si poteva tuttavia sottrarre alla sua decisione e così il giorno successivo si presentò puntuale insieme agli altri addetti alla raccolta. “Resisti Dafne” si diceva “non appena si accorgeranno dello sbaglio commesso verrai affidata a compiti più facili”. Con sorpresa invece, Dafne fu scelta per la raccolta delle carote anche la settimana successiva e quelle dopo ancora. Era incredula. 

Fu solo parecchie settimane dopo che riuscì a prendere il coraggio per chiedere ad uno dei suoi compagni come mai il capo-coniglio continuasse a sceglierla per quel compito che, ne era certa, non corrispondeva alle sue capacità, o meglio, alle sue incapacità! “Ma come?” le rispose stupito il compagno “Sei quella che riesce a trasportare più carote di tutti!”.

Dafne inizialmente pensò che la stesse prendendo in giro. Nei giorni successivi però si sforzò di parlare un po’ di più con gli altri conigli, da cui di solito tendeva a stare alla larga, perché era curiosa di capire meglio cosa stesse accadendo. I risultati di quella sua indagine la lasciarono sbalordita. Non solo scoprì che quasi per tutti lei era veramente quella che raccoglieva più carote, ma addirittura, che era ammirata per la sua perseveranza

Col passare dei giorni, si accorse che gli sguardi degli altri le sembravano molto meno fastidiosi, quasi le faceva piacere incrociarli e si trovava persino a ricambiare qualche sorriso. Anche il suo modo di muoversi le sembrò sorprendentemente cambiato. Le sembrava di andare alla stessa velocità degli altri. Un giorno addirittura, a causa di una buca imprevista, si trovò a fare un salto senza quasi rendersene conto.

La vita nella nuova colonia iniziava a piacerle, anche se di tanto in tanto si sentiva attraversare dai suoi antichi timori e capitavano delle giornate in cui non aveva voglia di vedere nessuno, sicura che gli sarebbe scappato un rimprovero da qualche parte.

Dopo alcuni mesi di quella nuova vita, a Dafne fu accordato qualche giorno di vacanza e decise di tornare nella vecchia colonia per far visita alla sua cara mamma e alla sua amata sorella. Era di buon umore quando partì, chissà cosa avrebbero pensato nel vederla zampettare così veloce e persino saltare! Che gioia pensarci! 

Quando finalmente arrivò a casa e ritrovò la sua famiglia, come per un’oscura magia, le sembrò invece tornare tutto come prima della sua partenza. Si ritrovò a muoversi piano, cauta cauta, vicino alla mamma che le sembrava ancora più immobile di prima. Si sentì stupida nell’aver pensato di far sfoggio di quello che aveva imparato nella nuova colonia, delle sue “nuove” capacità. Pensò che, anzi, sarebbe stato proprio uno sgarbo mostrarsi così davanti a loro, davanti a sua sorella, che muoversi proprio non lo poteva fare.

Eppure si era sentita così contenta mentre saltellava per venirle a trovare… Continuando a pensarci, si disse che se le pareva così brutto adesso, mostrarsi di fronte a loro agile come aveva scoperto di poter essere, chissà come le doveva essere sembrato brutto farlo quando era ancora una cucciolina. Sarebbe stato impensabile! E in effetti impensabile lo era stato, perché per tutti gli anni trascorsi con loro, lei non era stata che Dafne, la coniglietta incapace di saltare.

Adesso Dafne capiva che il problema non era l’essere capace o meno, ma che a quelle cose belle, come i salti, ci si potesse o meno pensare.

Era arrivato il momento di tornare alla nuova colonia. Dafne salutò affettuosamente sua sorella e la sua mamma e si rimise in cammino.

Mentre si allontanava sentiva che anche quell’oscura magia che la rallentava se ne stava andando. Si sentì un po’ triste nel pensare ai tanti salti che si era persa quando era piccolina, che nella sua mente di cucciola avrebbero potuto fare uno sgarbo alla sua famiglia, ma si sentì anche finalmente libera di essere la Dafne che voleva e si accorse che in fondo,  per tutti quegli anni, lo sgarbo lo aveva fatto solo a sé stessa. Gli altri, per una volta, non c’entravano proprio niente. Adesso però non era più il tempo di pensare e ripensare: era il tempo di saltare, se lo doveva!

L’illustrazione è di ille_illustration