Che giorno importante per la famiglia Paperottolis! Il piccolo Quack Paperottolis stava per affrontare il suo primo giorno di scuola.
“Scuola per papere?” vi domanderete… “e che mai devono imparare delle papere?”. Beh, nel laghetto Quaquaraquà, dove la famiglia Paperottolis viveva da generazioni e generazioni, le cose andavano così. Tanti anni prima infatti, il sindaco del laghetto, stanco di dover recuperare ogni giorno paperotti persi in qualche cespuglio o spaventati da qualche innocua ranocchia, decise di istituire una scuola. In questo modo i paperotti si sarebbero abituati a conoscere il laghetto e i suoi dintorni e a cavarsela – senza doverlo sempre venire a chiamare di urgenza starnazzando… magari mentre era bello rintanato e appisolato nel suo angolino preferito – anche quando non seguivano le piume delle loro mamme.
Dopo che era toccato ai suoi fratelli, alla sua mamma e al suo papà e, prima ancora, ai suoi nonni, oggi era il turno di Quack di lasciare la scia della mamma e andare a seguire la coda della maestra Quiquò in giro per il lago, insieme ai paperotti della sua età delle altre famiglie di Quaquaraquà.
“Oh caspiterina! Sarò capace di seguire la maestra e gli altri? E se mi perdo?”
pensava Quack tra sé e sé, mentre fingeva di mangiare la colazione per non far preoccupare la mamma. Di fame infatti quel giorno non ne aveva per niente. “Mi sembra di avere una palla di alghe che mi blocca la pancia… che brutta sensazione… sarei così contento di potermene restare accoccolato tra le piume di mamma anche oggi… Che poi io non ho mai nuotato da nessuna parte senza avere le sue belle piume davanti al becco, come farò se mi verrà paura? Non posso mica attaccarmi alla coda di uno degli altri paperotti o a quella della maestra, chissà che vergogna!”.
Nel frattempo la mamma di Quack guardava il suo piccolino pensierosa: “Che idea questa qui della scuola…! Che bisogno c’è che ci sia un’altra papera a insegnare a Quack ad andare in giro per il lago? Glielo insegno io così bene da quando è uscito dall’uovo!
E se poi si perde?
Oh no non voglio neanche pensarci, che paura! Mi sembra di avere un cumulo di sabbia in mezzo alla pancia da quanto mi sento preoccupata… mi ricorda di quando a scuola ci dovevo andare io e mi tremavano tutte le piume, brrr…”.
Ognuno con i suoi pensieri, Quack e la mamma si avviarono verso la riva dove la maestra Quiquò attendeva i nuovi alunni.
La mamma di Quack si sentiva così preoccupata che preferì salutare il suo piccolino rapidamente, per cercare di nascondergli i suoi pensieri.
Quack, che invece voleva accoccolarsi un pochino nelle morbide piume della mamma prima di prendere il coraggio di guardare la maestra, restò deluso nel vedere che la mamma andava via subito e si spaventò: “Oh no, ora sono proprio da solo! Forse la mamma è andata via veloce perché è contenta di lasciarmi qui? Cosa farà? E se gli altri sono troppo veloci e mi lasciano indietro?” E ancora una volta pensò, con le piume che ormai gli tremavano tutte:
“E se mi perdo?”.
La maestra Quiquò intanto, fatta la conta e assicuratasi che tutti i nuovi paperotti fossero arrivati, si presentò e rassicurò la sua nuova classe, dato che lei sapeva bene che quello era un giorno speciale e anche un po’ pauroso per i piccoli e per chi li accompagnava. “Cari i miei paperotti, so che salutare le mamme e i papà è una cosa un po’ strana e fa un po’ paura perché ancora noi non ci conosciamo, ma passeremo proprio un bell’anno insieme! D’altronde come dice il proverbio
<Quando si inizia, la paura vuol fare amicizia, quando si va, la paura fa Quaquà e se ne va>!”
Iniziò poi ad assegnare i compiti del giorno: “Oggi cominceremo con esplorare i dintorni. Mettetevi in fila per due dietro di me… così, bravissimi!”.
Mentre i paperotti si sistemavano a coppie, la maestra passava lungo la fila: “per ogni coppia vi darò una mappa dove è segnato il percorso che faremo… pronti? Si va per Quaquaraquà!”.
Quack si trovò di fianco un paperotto dalle piume dai colori sgargianti: “piacere, io sono Duck!”. “P-p-piacere” disse ancora un po’ tremolante Quack.
“Che forte questa mappa, guarda!” gli disse Duck indicando la mappa della maestra, “c’è proprio tutto il lago e anche le case e le rive… c’è persino segnato l’angolo delle ranocchie! Con questa è impossibile perdersi!”.
“Anche tu hai paura di perderti?” osò chiedere Quack al nuovo amico.
“Oh sì! Ho avuto gli incubi tutta la notte! Sognavo di perdermi tutto solo in mezzo al lago! Ma il papà mi ha detto che la maestra ci avrebbe dato qualche trucchetto… e io che non gli credevo, aveva proprio ragione invece! Dai forza andiamo”. E piuma contro piuma si avviarono seguendo la fila.
Nel frattempo mamma Paperottolis tornava verso casa, sempre più preoccupata per quel primo giorno di scuola di Quack: “chissà cosa starà facendo il mio piccolino? La maestra gli presterà abbastanza attenzione? E se vanno troppo veloci e lui si perde?”.
Persa nei suoi pensieri preoccupati quasi non si accorse di essere entrata in casa e quasi si spaventò nel sentire la voce di papà Paperottolis: “allora com’è andata mia cara?”.
“Oh guarda, non so come resisterò fino all’ora del rientro da scuola, ho così paura che gli succeda qualcosa… che non si trovi bene… che si perda! Ma ci pensi se si perde in mezzo al lago?”.
“Ma cosa dici cara? Non ricordi cosa distribuisce la maestra al primo giorno di scuola?” “La maestra? No, non ricordo… del mio primo giorno di scuola ricordo solo la mia mamma che va via velocissima e io che resto con le piume tremolanti… cosa distribuisce la maestra?”
“La mappa del lago! Dove ci sono anche tutte le case degli alunni… con quella perdersi è impossibile!”. “Ah già, è vero! Ero così preoccupata che l’ho proprio dimenticato…”.
Così, alle Quattro e Quattro in punto, quando la maestra Quiquò riportò i suoi nuovi paperotti a riva, Quack e mamma Paperottolis si riabbracciarono emozionati. Quack mostrò contento alla mamma la mappa, della quale finalmente anche lei si era potuta ricordare grazie alle parole del papà. Preoccupata per natura, mamma Paperottolis non concordava con il marito che “con quella è impossibile perdersi”, ma sapeva piuttosto che, con una mappa tra le piume, è molto più facile ritrovarsi.
Quack raccontò alla mammaanche del proverbio della maestra: <Quando si inizia, la paura vuol fare amicizia, quando si va, la paura fa Quaquà e se ne va>. La mamma rise pensando alla paura che aveva provato anche lei. Entrambi rassicurati, senza più senso di alghe o di sabbia in pancia, Quack e la mamma si avviarono verso casa. “Ehi mamma, posso chiederti una cosa?” disse Quack. “Dimmi paperottino mio”
“Domani però… quando mi accompagni… vai via un po’ meno veloce?”
La mamma sorrise intenerita e strinse forte Quack pensando che in fondo, non c’è mappa o proverbio che funzioni se ogni tanto non è accompagnato da un abbraccio di morbide piume.